Innovare e connettere: un ponte di Bilbao - photo by Alessandra Colucci

Innovare e connettere per superare la crisi

Innovare e connettere: un ponte di Bilbao

Kotler insegna che “il marketing dovrebbe svolgere un ruolo guida nella strategia di business.

Un approccio al marketing di tipo olistico diviene fondamentale in un momento come quello odierno in cui è necessario che:

  • le strategie vengano comprese da tutta l’azienda e non da uno solo dei suoi reparti;
  • la visione del cliente sia fondata sulla conoscenza di ogni aspetto del contesto in cui egli opera le proprie scelte, della sua individualità, degli stimoli che può ricevere;
  • la stessa “rete” relazionale costruita dall’azienda sia orientata al coinvolgimento, alla condivisione delle prospettive, in un’atmosfera di collaborazione e fiducia reciproche.

Conseguentemente occorre che muti anche la concezione del proprio brand: non si ha più bisogno di una divinità, ma di qualcosa in cui identificarsi, che serva a provare emozioni nuove che possono non appartenere alla propria realtà, che prolunghi la percezione oltre i propri cinque sensi.
Si ha bisogno di un “brand empatico”, che corrisponda a una concezione flessibile della marca, che sappia ascoltare, comprendere, connettere e completare il contesto del proprio target.

Occorre far collaborare strategie e creatività al fine di creare nuove opportunità di crescita.

Nella mia azienda per perseguire tale obiettivo ci siamo proposti di:

  • differenziare e innovare: Queimada – Brand Care si è rinnovata, pur non perdendo la propria riconoscibilità, attraverso il restyling di tutta la sua comunicazione, dall’identità coordinata, alla brochure, al portale-blog, ma soprattutto attraverso la sperimentazione di nuovi target utilizzando nuove tipologie di offerta;
  • coltivare: l’agenzia ha lavorato molto, e molto sperimentato, sulle proprie strategie organizzative, sul consolidamento e sull’ampliamento dei contatti, sia quelli legati alla fornitura che dal lato della committenza;
  • connettere: l’azienda è riuscita a creare un tramite strategico-operativo con un nuovo settore, quello dell’editoria, realizzando e lanciando il trimestrale Brand Care magazine che si propone di connettere il mondo della ricerca accademica con quello degli affari, del business, ma anche di favorire letture aperte e originali dei settore a cui Queimada appartiene.
14 commenti
  1. ale
    ale dice:

    Questa una e-mail che ho ricevuto poco fa e che ho avuto il permesso di pubblicare qui, dato che mi sembrava molto in tema con questo post: “Complimenti ALE,
    La seguo quando posso su Brand Care on line anche se la situazione reale del Marketing è catastrofica, in parte per la nostra cultura latina che se non c’è il contatto umano……l’incontro fisico, l’ostacolo della diffidenza a lavorare via WEB soprattutto in ambienti Large Account è insormontabile……ma l’effetto più grave che ho riscontrato in questi ultimi mesi nell’atteggiamento di molti Direttori Marketing è in primis il salvataggio della propria posizione e relativo stipendio…….
    Riassumendo l’atteggiamento di fondo del Marketing Manager: vista la situazione generale del mercato stagnante anche di fronte a progetti di Comunicazione vincenti da ogni punto di vista…… non li propongo e rimango in stand-by sulle mie posizioni in attesa di tempi migliori……
    Nel 95% dei casi negli ultimi 12 mesi mi è capitato di vivere questa situazione ed è scandaloso tutto ciò……!!!!
    In Italia abbiamo una marea di Direttori Marketing, fantocci della Direzione Generale meglio definiti in USA come “YES MAN”……e pure presuntuosi verso l’esterno, lo sconosciuto…senza curiosità nello scoprire il nuovo……: tutto ciò è realmente catastrofico in una competizione globale.
    L’autorizzo a diffondere questa mia esperienza professionale come meglio desidera……e non è solo uno sfogo personale.
    Complimenti per il suo BLOG è fatto molto bene……
    cordialmente
    Vincenzo Garlaschelli
    VGM – Quality Club”

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