AVATAR di James Cameron (in 3D)
Venerdì sera sono andata a vedere AVATAR di James Cameron con tanto di occhialetti (scomodi) per apprezzarne il 3D. Imperdibile.
Il primo impatto, dopo quasi 3 ore di film più che volate, è stato di rimanere letteralmente senza parole: minuti e minuti di silenzio nonostante fossimo un bel gruppo di amici che trovano sempre argomenti di discussione.
Ora, pur non potendo evitare di scriverne, prometto di non dire nulla che possa “rovinarne” la visione a chi ancora non ha avuto la fortuna di “farne esperienza”.
AVATAR è stato questo pe me: un’esperienza. E non solo perché è uno dei pochi audiovisivi che ho potuto fruire in 3 dimensioni, con quegli spessori che rendono ancora più intense le immagini (anche se gli occhialetti sono tremendamente poco ergonomici e limitano la visione periferica), ma anche e soprattutto per tutti i significati e le riflessioni che mi ha lasciato.
AVATAR è innanzitutto “impressionante”: a partire naturalmente dagli effetti speciali, ma anche dal punto di vista della regia, dell’idea narrativa, delle location, continuando con l’interpretazione degli attori (Zoe Saldana-Neytiri in patcolare) e finendo con ciò che “dona” dal punto di vista della “concettualizzazione del reale e dell’immaginario”.
Contraddizioni, fughe, inseguimenti, esperimenti, passioni, scienza e coscienza, fiducia e lealtà, appartenenza, legami e differenze… anche le imperfezioni e i dettagli, gli archetipi come gli stereotipi, tutto confluisce ed è funzionale, nonché insostituibile alla costruzione del plot. Niente sembra poter essere differente (neppure ciò che sembra banalizzato), altrimenti il risultato aumenterebbe troppo di complessità o perderebbe di connotazione.
Ciò che più mi ha personalmente intrigato è stata l’appassionante rappresentazione della natura come “trama che connette” [Bateson]. Della Terra si parla come un mondo “senza verde”, la natura in AVATAR dunque corrisponde “esattamente” a Pandora, terra incontaminata e “ricca”, madre e rifugio, ma anche e soprattutto energia e tecnologia.
Pandora offre un paesaggio diversificato e meraviglioso: montagne sospese tra le quali volare, acque cristalline in cui nuotare, foreste pluviali incantate tra le cui fronde nascondersi… di giorno verdissimo, di notte fiabescamente illuminato.
Chi abita, o chi entra a far parte di tale mondo è ad esso indissolubilmente (e, in un certo senso, fisicamente) legato, un legame che “pervade” e porta ad un profondo, intimo, cambiamento.
Sperando che andrete a vederlo non dico più nulla…potreste arrabbiarvi! 😉
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