Essere “Trentenni”
Avete mai provato a googleare “trentenni”? Questo il risultato: terrificante!
Oggi è il mio compleanno: classe ’79 dello scorso secolo (anche se dirlo così fa un po’ impressione), “Trentenne” da un anno!
Dalla mia sommaria ricerca su Google, pare che la Rete parli dei Trentenni (in particolare delle donne) come di una “specie” in continua crisi, frustrata, “falsa”, depressa e sola. Si parla di Trentenni “instabili” emotivamente, focalizzati su strane religioni e riti, disperatamente single, senza un lavoro e senza soldi. Ci chiamano “bamboccioni”, dicono che siamo viziati e che non abbiamo ideali e prospettive… Mah!
Sicuramente siamo pieni di contraddizioni. Sicuramente ci è “capitato” di vivere uno dei momenti storici in cui i cambiamenti e le trasformazioni sono stati e sono tanti e veloci. Sicuramente siamo “diversi” dalle generazioni che ci hanno preceduto e da quelle che seguono e seguiranno. Ma perché farla così tragica? Perché ci descriviamo o ci lasciamo descrivere con toni quasi apocalittici?
Cerchiamo di far venir fuori anche quel che c’è di positivo nell’essere Trentenni!
A mio avviso i Trentenni di oggi sono quelli che non hanno avuto sempre quello che volevano, ma hanno lottato sempre per averlo e spesso ce l’hanno fatta!
Sanno essere sia “analogici” che “digitali”: scrivevano un diario e ora hanno un blog, leggono libri e passano ore in rete, sanno cos’è Carosello e contribuiscono al Viral Marketing, comunque magari preferiscono ancora viaggiare in aereo piuttosto che usare Google Heart.
Tanti hanno studiato, si sono laureati e hanno fatto un master, si sono dati da fare per imparare le lingue (almeno l’inglese, lingua a mio avviso tanto utile quanto “brutta”).
Magari non tutti si sposano, ma molti convivono. Non hanno sempre la possibilità di comprarsi una casa, ma a volte preferiscono vivere in centro in affitto che che in una casa loro facendo i pendolari tutti i giorni.
I Trentenni che conosco sono autonomi, flessibili e determinati: vogliono o hanno già una professione che li appassiona e li diverta dato che l’attività lavorativa prende tanta parte della loro vita, guardano avanti e hanno mille idee e tanti progetti.
In sintesi, è una questione di prospettive e punti di vista.
Ho 31 anni e non è affatto male! 🙂
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