Strutturare il portafoglio di marca
Ogni Corporate (l’azienda, l’organismo imprenditoriale che sta alle spalle di un brand) è un patrimonio culturale e di esperienze garanzia di plusvalore (positivo o negativo) per la marca e ha relazioni eterogenee e complesse con il brand o i brand che la rappresentano.
Quando una Corporate controlla più di una marca esisterà una gerarchia tra i vari brand.
Unilever, per esempio, ha un portafoglio di marche vastissimo e trasversale, che riguarda diversi comparti del consumo: Svelto, Cif, Lysoform, Mentadent, Bertolli, Lipton, Calvè, Algida, Findus… A sua volta alcune di questi brand producono una sorta di ramificazione in ulteriori marche (per Findus abbiamo brand come That’s amore, Quattro Salti in Padella, Sofficini).
Ogni Corporate può definire e organizzare con chiarezza e logica le marche che compongono il proprio portafoglio.
La strutturazione del portafoglio di marca, dunque la sua segmentazione, può avvenire secondo differenti criteri, quali:
- per destinazione d’uso
es. L’Oreal ha Plenitude per la cura della pelle ed Elvive per i capelli - per modalità di utilizzo o occasione di consumo
es. Buitoni ha suddiviso il proprio portafoglio in tre tipologie:
– dispensa ( p.e. fette biscottate, crostini, Le Rasagnole)
– frigo (pasta fresca, salse fresche per la pasta, pizze pronte)
– freezer (minestroni, verdure, vegetali de La Valle degli Orti, pesci e prodotti a base di carne) - per tipologie di prodotto
es. Kraft ha organizzato il proprio portafoglio in cinque gruppi:
– caffè (Splendid, Hag)
– formaggi ( Philadelphia, Sottilette, Jocca)
– piatti pronti (Giravolte, Simmenthal, Spuntì)
– salse (Mayonnaise, Matomato)
– snack (Toblerone, Milka, Philadelphia snack) - per tecnologia utilizzata
es. Hewlett Packard ha le stampanti LaseJet, InkJet e ScanJet distinte rispettivamente in base a tecnologia laser, inchiostro o a scansione. - per posizionamento riguardo alla qualità, al valore, al prestigio
es. Visa distingue le sue carte di credito in Classic, Gold, Platinum e Signature. - per beneficio offerto
es. Kellogg’s ha creato cinque famiglie di prodotti, ognuna delle quali offre un preciso benefit:
– buona qualità (Corn Flakes)
– solo 1% di grassi (Special K)
– gusto extraordinario (Kellogg’s Extra)
– ricchissimi di fibre (All-Bran)
– cresco bene (Kellogg’s Frosties) - per localizzazione territoriale e strategia dei mercati
es. Nestlè possiede sei worldwide Corporate brands : Nescafè, Nesquik, Nestea, Maggi, Purina, Buitoni e gestisce globalmente marche locali come Perugina, Baci, La Cremeria, Antica Gelateria del Corso.
Nel settore dell’abbigliamento tutte le griffe affiancano alla prima linea, che in genere è quella di più prestigio, che gode di maggiore visibilità sui media, ma produce scarsi risultati, una seconda linea che è quella che in realtà produce volumi e fatturato: es. Dolce&Gabbana/D&G, Fendi/Fendissime, Calvin Klein /CK, Donna Karan/DKNY.
Armani ha un sofisticato sistema di marchi distinto per livello di prezzo e tipologia di consumatori:
- Giorgio Armani o etichetta nera o via S. Andrea come prima linea;
- Le Collezioni di Giorgio Armani o etichetta bianca come seconda linea;
- Emporio Armani per una linea più giovane, trendy e modaiola;
- Armani Jeans per una linea più informale e casual;
- solo negli Usa AX, marchio informale e per giovanissimi.
Ogni brand ha una propria linea di accessori e a tutto questo si affiancano le licenze che fanno capo ai due sub-brand Giorgio Armani ed Emporio :
- L’Oreal produce le fragranze (Acqua di Giò, Sensi, Armani Code, He e She dell’Emporio)
- Luxottica gli occhiali
- Fossil gli orologi dell’Emporio
- esistono poi una serie di licenze minori per gioielli, arredo per la casa, cellulari (accordo co-branding con Samsung)
Leggi anche:
– Branding e accordi tra imprese
– Rischi e benefici del co-branding
– Strategie di brand extension
– Master IED in Gestione Strategica del Brand: via alle iscrizioni
Trackbacks & Pingbacks
[…] Il prosumer da Radio Alice al Web 2.0 – Cosa fa uno “strategic planner”? – Strutturare il portafoglio di marca – Piccolo glossario sul brand – Strategie di brand extension – Rischi e benefici […]
[…] – Branding e accordi tra imprese – Rischi e benefici del co-branding – Strategie di brand extension – Strutturare il portafoglio di marca […]
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!