Microsoft e la campagna “Pirate Inside”, funzionerà?
Pare che la pirateria digitale sia praticata dal 50% degli Italiani. Microsoft, per carcare di rendere consapevoli le persone riguardo i rischi che si possono correre utilizzando software pirata, ha organizzato una campagna di sensibilizzazione durante lo SMAU: Pirate Inside.
Durante la più conosciuta fiera italiana riguardante le nuove tecnologie per il business, Microsoft ha organizzato la distribuzione (ovviamente filmata) di CD contenenti una copia pirata di Office 2010 unita all’opportunità di vincere un viaggio: il CD conteneva invece un’applicazione che mostrava come l’unico viaggio possibile a seguito dell’utilizzo di software crackato fosse in carcere e veicolava gli utenti direttamente al sito informativo dedicato.
Ecco il video dello SMAU:
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Non ho ben chiare le motivazioni che spingono alcune persone a continuare ad usare delle copie pirata di software commettendo un reato, soprattutto per quanto riguarda Microsoft Office dal momento che è possibile scaricare gratuitamente o a fronte di una piccola donazione software con le stesse funzionalità, ma open-source, quali ad esempio OpenOffice (per chi ha un pc) o NeoOffice (per chi usa il mac, come me).
Poste tali premesse, mi chiedo se questa campagna abbia avuto realmente l’obiettivo di sensibilizzare e non esclusivamente quello di “mappare” e “censire” potenziali utilizzatori di software pirata e mi chiedo SE e, nel caso, COME possa essere tutelato il diritto alla privacy dei soggetti caduti nel “giochino” [inganno?] di cui, comunque, mi stupisco dell’ingenuità e della poca lungimiranza dato che il CD avrebbe benissimo potuto contenere un virus.
Ammettendo che io creda nella buona fede di Microsoft, in ogni caso mi interrogo sull’effettiva riuscita di una campagna di questo tipo: non c’è il rischio che, a fronte dello spavento, si ottenga semplicemente un aumento delle accortezze dei potenziali hacker nel non essere “beccati”?
Ciao Ale, io ho vissuto quest’esperienza in maniera diretta. Il mio ragazzo è un ricercatore chimico ed è stato allo SMAU per aggiornarsi su alcuni software e macchinari dedicati alla sua attività. E’ tornato a casa contentissimo dell’iniziativa di microsoft, credendo che ci fosse un software all’interno o chissà cosa, facendo salire di molto la sua stima per il brand. Purtroppo però questo entusiasmo è svanito nel momento in cui si è reso conto che il cd non conteneva nulla di “interessante” (lo metto tra virgolette, perchè il mio ragazzo si aspettava di trovare chissà cosa). Probabilmente come azione di marketing ha funzionato a metà, nel senso che a livello di awareness ha generato dei ritorni (parlo del mio test personale) ma se l’obiettivo era quello di sensibilizzare al non-uso della pirateria, allora credo che non sia stata compresa fino in fondo, soprattutto da chi, come il mio ragazzo è lontano anni luce da marketing e comunicazione.
Ciao Emanuela, grazie mille per aver condiviso la tua esperienza semi-diretta qui sul mio blog!
Condivido i tuoi dubbi sulla strategia messa in atto, magari Microsoft ci dirà di più più avanti! 🙂