Un caffè lungo come un romanzo… con MasterCard
Un caffè. Stamattina volevo semplicemente un caffè. Per svegliarmi del tutto. Invece mi sono ritrovata protagonista di quello che avrebbe benissimo potuto essere un film o un romanzo, magari di fantascienza. Peró, alla fine, sono anche riuscita a pagarlo con la mia Carta Prepagata MasterCard PayPass per rimanere fedele alle regole della No Cash Week! 🙂
Il plot del film o del romanzo fantascientifico potrebbe essere qualcosa in soggettiva, del tipo…
È una fresca mattina di fine luglio, di quelle che ti serve il lenzuolo, di quelle in cui stai dormendo talmente bene che non vorresti mai che la sveglia suonasse. E invece suona, sadica… Due volte a distanza di 20 minuti, come d’abitudine. E tu alla fine desisti dal mettere lo snooze e torturarti di 5 minuti in 5 minuti e ti alzi.
Cammini come uno zombie in cerca della porta del bagno che pare che proprio stamattina abbiano misteriosamente spostato, giusto quella decina di centimetri che non ti permette di centrarla completamente. Rischi di riaddormentarti sul gabinetto, ti lavi i denti come un automa e ti sciacqui il viso sperando che basti, ma nulla: ci vuole una doccia.
Anche dopo la doccia agli occhi servirebbe un supporto per rimanere aperti del tutto e quasi invidi Alex di Arancia Meccanica…
… dunque tenti di fariti forza con un bel caffè, che alla fine è l’unico rimedio che funziona sempre.
Ti trascini in cucina, la macchinetta dell’espresso è sempre accesa proprio per questi momenti topici. Cambi la cialda. [Aprirne la confezione quando le tue dita sembrano prive di ossa è complicatissimo, ma ti aiuti con i denti e “porti a casa il risultato”]. Metti lo zucchero nella tazzina, ovviamente non senza farne cadere un po’ sul mobile o in terra. Infili la tazzina sotto l’erogatore dell’espresso. Pigi il bottone. Strani rumori, brutti rumori… no, l’acqua è finita!Sempre con le palpebre a mezz’asta e movimenti bradipici riesci a raggiungere la brocca nel semibuio della cucina. La riempi. Ne versi il contenuto nella vaschetta della macchina per il caffè… e ora lo sai che i 2 minuti che sarai costretto ad attendere affinché sia portata a temperatura sembreranno eterni e potreschi rischiare di metterti a dormire con la testa appoggiata alla credenza, ma ti fai forza. Resisterai!
Pigi di nuovo il pulsante dell’espresso e finalmente il caffè inizia a fuoriuscire, ne senti l’aroma. Un po’ lungo perché non hai ovviamente calcolato bene i tempi, ma si potrà bere, no? No. È una “ciofeca”, una cosa schifosissima. Cialdissima (la macchina per il caffè espresso) ti pare sghignazzi assassina… ma sarà un’allucinazione… oppure no?
Va un po’ meglio comunque: il sapore acre, scialacquato e bruciaticcio del pessimo caffè ti ha leggermente scioccato e per qualche minuto riacquisti la tua consueta velocità. Cosa che ti permette di vestirti, arraffare l’indispensabile e uscire.
Non hai contanti. Ti dirigi quindi verso il bar dove passi almeno 3 sere a settimana per gli appuntamenti di lavolo e non solo. Un luogo amico e con il POS per pagare con carta e bancomat, che sai che difficilmente ti potrà dire di no.
Entri, spavaldo quanto ancora assonnato chiedi un caffè. Lo zuccheri e lo sorseggi, liquefatto tu stesso dal piacere della sua cremosità. Vai in cassa e pronunci la fatidica frase “Posso pagare con carta?” “Bancomat?” “No, carta, per favore!”. Sorridi. La reazione del barista, solitamente tuo amico è più o meno questa:
Completamente sveglio e pimpante grazie al caffè, con uno scatto della testa riesci a schivare il colpo: ti ha preso di striscio lasciandoti una bruciatura sul collo, pericolosamente vicino alla giugolare, ma stai bene.
Data la tua brillante performance nello schivare il suo sguardo polverizzante, e dato che hai sfoderato il tuo sorriso-scudo, il barista torna in sé e lentamente aggiunge “Ok!” stringendo i denti.
Inserisce la tua MasterCard e batte sul POS i 0,80 euro, 80 centesimi di euro, come fossero 80 coltellate alla schiena. E quando esci salutando, lui non riesce a far altro che ritentare di colpirti, ma è troppo tardi: l’aiuola subito fuori l’entrata del bar è ridotta ad un cumulo di cenere, ma tu sei già lontano, soddisfatto.
Dopo la No Cash Week potrò dire anch’io “Ho ne ho viste cose…” 😀
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