Il brand è una proiezione mentale che passa anche dal naming
Non so neanche più quante altre volte ho ripetuto e scritto che il brand coincide con “la percezione nella mente del consumatore” [cit. da Colin Bates] risultate dal mix di tutti gli stimoli – marchio, nome, campagne pubblicitarie, storytelling, azioni di heritage marketing, coordinato aziendale, eventi… – che ruotano intorno al prodotto/servizio/impresa/persona a cui è connessa la marca.
Non avere un brand carismatico vuol dire ridurre la portata di tale percezione, così come risulta chiaro dalla campagna pubblicitaria di Albert Dali, che – a quanto pare – è un consulente (o un’azienda?) specializzato nella scelta del nome da dare alla marca, il cosìddetto brand naming [che, oltretutto somiglia tantissimo al concept promozionale creato da/per Queimada – Brand Care tempo fa].
[via]
Albert Dali Naming. For those who can discern the difference.
Albert Dali Naming. Per quelli che possono comprendere la differenza.
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Mentre, ovviamente, approvo e apprezzo il concept della campagna, devo dire che la sua realizzazione grafica non mi sembra eccezionale: trovo che il colore di sfondo non sia granché accattivante; l’impaginato un po’ troppo piatto; le icone selezionate – escludendo quella rappresentante le labbra – forse troppo poco dettagliate dato il contesto e il concept di riferimento e che non risultino coerenti tra loro in quanto a stile e tratto grafico [si usa infatti una silhouette per rappresentare l’uccello, un’immagine tridimensionale per la bocca, un cartoon per il bebè, l’immagine 2D sfumata per la chitarra e l’immagine 2D a tinte piatte per la tazzina].
In sintesi direi che Albert Dali ha scelto una bella idea come metafora del suo business, ma la sua attuazione poteva essere più curata.
E se ancora non siete convinti dell’importanza di avere un brand forte e un naming appropriato, potete convincervene del tutto guardanto questo video, anche se un po’ vecchiotto. 😉
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[…] – tra le altre cose – un mio articolo elaborato per il magazine, ovviamente in tema di brand management “e dintorni”. Per la prima uscita ho scritto “Comunicare il […]
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