Roma e l’arte contemporanea: il Palazzo delle Esposizioni
Se oggi [Pasquetta] non sapete cosa fare e vi trovate a Roma, vi consiglio un bel giro turistico del centro e, magari, una visita a Palazzo delle Esposizioni che fino al 6 maggio ospita la stimolante mostra di arte contemporanea dal titolo “Il Guggenheim. L’avanguardia americana 1945–1980” che io ho avuto modo di vistare il giorno del mio compleanno.
PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI: LA STRUTTURA
Palazzo delle Esposizioni si erge imponente a metà di via Nazionale, proprio di fianco al traforo che la collega con Via del Tritone. Costruito su progetto dell’architetto Pio Piacentini e inaugurato nel 1883, il primo edificio romano completamente dedicato alle Belle Arti senza essere un museo è stato voluto al fine di “esaltare la vocazione culturale della città” e di “documentare con continuità la storia artistica passata e presente” in un modo che fosse all’altezza degli altri modelli europei del periodo.
La risultante di tali premesse si configura come un immenso spazio espositivo nel pieno centro di Roma strutturato su tre piani per un totale di 10.000 mq in cui è possibile organizzare praticamente qualsiasi tipologia di evento culturale e dove vengono offerti diversi servizi ai visitatori. Oltre agli spazi dedicati alle mostre, il Palazzo delle Esposizioni – a seguito dell’ultima ristrutturazione – accoglie al suo interno: un cinema da 139 posti, un auditorium da 90 posti, una sala polifunzionale, una caffetteria di 290 mq, un ristorante di 400 mq per 240 posti e una libreria di 470 mq.
Non un museo, ma un luogo in cui abbandonarsi alle suggestioni di variegati stimoli, in cui arricchirsi di nuove esperienze, in cui decidere se riflettere girovagando tra le sale espositive, rilassarsi gustando un buon piatto o semplicemente un caffè, oppure farsi rapire dalle pagine di un libro e dai gadget di design della libreria.
MOSTRE: QUEL CHE HO VISTO E CHE MI HA COLPITO
L’esposizione “Il Guggenheim. L’avanguardia americana 1945–1980” mostra come l’arte americana ritraesse le contraddizioni socio-culturali caratteristiche del periodo che va dal secondo dopoguerra ai primi anni ’80 cogliendone tutte le evoluzioni “dall’irriverente entusiasmo della Pop art per l’immaginario popolare fino alle meditazioni intellettualistiche sul significato dell’immagine che caratterizzano l’Arte concettuale negli anni sessanta; dall’estetica scarnificata del Minimalismo alle sgargianti iconografie del Fotorealismo negli anni settanta”.
Opere per certi versi tra loro molto distanti in fatto di stile e tecniche, ma dal comune obiettivo: la ricerca del significato e dello scopo dell’arte.
[foto scattata al Guggenheim di Berlino]
In tutto ciò l’esposizione mette in evidenza l’importanza del supporto che il Solomon R. Guggenheim Museum seppe dare agli artisti emergenti concedendo loro una “vetrina” e contribuendo in questo modo a delineare il percorso dell’arte contemporanea e le sue evoluzioni, come appare ancora evidente se si analizza – per esempio – la collezione permanente del museo di New York.
Purtroppo all’interno del Palazzo delle Esposizioni è vietato far fotografie, ma vi assicuro che aggirarsi tra le sale dalle neutre pareti, osservando le spesso immense tele ricolme di colori, ritrovarvi realtà e stati d’animo, sperimentazione e tecnica, immagini e suggestioni, non smetterà mai di appassionarmi.
Qui tutte le mostre in corso.
[fonte]
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