Pupille & Papille – A cena al “Cenacolo del Pescatore” [Firenze]
Lo scorso week-end sono stata a Firenze per tenere delle lezioni di Brand Management al Master IED in Marketing Territoriale e, guidata da Ilaria Legato, ho avuto modo di trasformare i miei pasti in vere e proprie esperienze enogastronomiche. Quella che mi ha in particolare arricchito è stata la degustazione dei piatti del Cenacolo del Pescatore, ristorante specializzato in cucina di pesce “giapponetana” [mix tra la sapienza giapponese e i sapori napoletani] in Borgo Ognissanti n° 68 rosso, a due passi dal Lungo Arno.
Dall’esterno il Cenacolo del Pescatore appare un po’ scostante, con il suo grande e pesante portone chiuso che gli conferisce un alone di mistero difficile da interpretare, ma oltre la soglia un avvolgente calore pervade ogni cosa: il lusso degli arredi è tanto ricercato quanto discreto, adatto all’abito da sera come a una mise casual; le luci soffuse, i lampadari a candelabro, le opere d’arte in mostra, le forme e le nuance rendono allegramente sussurrata l’atmosfera; la gaia cortesia del personale, impeccabilmente elegante e sorridente, contribuisce al relax del cliente neanche si fosse entrati in una SPA.
In questo contesto splendidamente ovattato ci si accomoda a uno dei tondi tavoli e ci si prende del tempo per leggere il rotolo di pergamena su cui è riportato il menu, piacevolmente disperati dal dover fare una scelta. Ma per ridurre ancora una volta al minimo lo stress, se pur positivo, il Cenacolo propone due soluzioni: il “viaggio in tre portate” e il “viaggio in cinque portate”, ovvero due possibilità di degustazione, ovviamente a sorpresa [occorre solo comunicare se c’è qualcosa che si preferisce non mangiare].
La degustazione al Cenacolo del Pescatore non è un “viaggio” solo per retorica, è un’esperienza totalizzante vissuta in una dimensione parallela in cui palato e sguardo si perdono in un mix di sperimentazione e tradizione che lascia strabiliati.
Il mio “viaggio in cinque portate” è iniziato dall’attesa: può sembrare sconcertante, ma è così. Insieme all’acqua naturale e al Rosè Messidoro delle Fattorie di Piazzano, scelti per “innaffiare” la cena, aspettando che i piatti fossero pronti, è stato servito un delizioso “Gambero Filato” dall’aspetto simile a un piccolo fuoco d’artificio fritto e uno shot colmo di “Vellutata di Carciofi” dal sapore così intenso da far riflettere, resa ancora più interessante grazie al petalo di carciofo croccante che vi era stato posto nel mezzo.
Il viaggio vero e proprio è iniziato successivamente e mi ha fatto comprendere come doveva sentirsi Alice appena approdata nel Paese delle Meraviglie:
- Polpo e Patate > da magiare assolutamente da sinistra a destra come consigliato dal maitre poiché composto da tre tranci di polpo cotti in tre modi differenti [al vapore, alla brace e fritto] e adagiati su un cucchiaio di purè di patate
- Fave e Pecorino > due versioni creative del tradizionale piatto: vellutata di fave con gelato di pecorino il cui costrasto caldo/freddo è stato illuminante e gelato di fave con fonduta fredda di pecorino, come in un viaggio andata e ritorno
- Gnocchetti Neri in Sauté di Vongole e Bottarga > un primo piatto in cui il deciso sapore del mare creava un tale positivo sconcerto da creare confusione tra realtà e memorie [forse a causa delle estati della mia infanzia in cui si magiava pesce appena pescato arrostito sulla brace direttamente in spiaggia… e sprigionava un odore di mare indimenticabile]
- Astice alla Catalana e Panzanella Toscana > divino nella sua semplicità, unione di culture e incrocio di sapori densi
- Cheese Cake di Caprino al Mandarino > un dolce un po’ aggressivo, ma gustosissimo e ingentilito dall’aroma di mandarino
Non credo di poter aggiungere altro, è difficile descrivere cosa si provi mentre si masticano e assaporano tali delizie, ovvero come ci si senta dopo. Posso solo dire che è uno dei casi in cui mangiare arricchisce e amplia la propria visione della realtà.
P.S. purtroppo il sito web del Cenacolo del Pescatore non rende giustizia né alla location, né alla sua cucina. Prendetelo solo come fonte di informazioni.
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