Bordeaux parte 1 – Pupille & Papille: la città, l’hotel, il cibo e il vino
Sono tornata già da qualche giorno, ma a parte l’“effetto sveglia” che fatico a metabolizzare, mi sento ancora in quella fase ovattata da “sono appena rientrata dalle vacanze e niente potrà farmi stressare”: sapevo che Bordeaux, il francese, le baguette, il vino e l’arte contemporanea avrebbero funzionato! 😉
Ci sono talmente tante cose da raccontare di questo viaggio che ho dovuto dividerlo in tre parti, il resto lo leggerete in settimana!
Quest’anno ho scelto Bordeaux perché sentivo in un certo senso “bisogno di Francia”. Il suo parlato sinuoso e vellutato, le persone un po’ snob e i ritmi rallentati ed eleganti, la cura per l’arte passata e presente, il gusto sopraffino del mangiare e del bere, sapevo che mi avrebbero aiutato a rilassarmi e rallentare i pensieri.
Bordeaux è una città molto bella, di una bellezza poco appariscente, direi soave. Non c’è nulla di urlato, di troppo rumoroso.
A seconda dell’umore del momento si può scegliere se camminare per le strade commerciali gremite a ogni orario di gente [es. Rue Sainte Catherine] oppure rilassarsi in zone meno frequentate, lungo la Garonna o al Jardin Public, se starsene con il naso alll’insù ad ammirarne le bellezze architettoniche o infilarlo tra le pagine di un libro facendosi risucchiare dai vortici della narrazione. Semplicemente.
VOLO E ALLOGGIO
Come praticamente sempre ho volato Ryanair: prezzi bassi, valigie leggere [ma comunque sempre abbastanza capienti da contenere vestiti di troppo, non si sa come…] e in diversi anni nessun inconveniente [fatta eccezione per il volo di ritorno da Lanzarote dallo staff esageratamente pedante e in compagnia di qualche isterico di troppo].
Per riposare le nostre stanche membra reduci dalle kilometriche passeggiate giornaliere stavolta avevo prenotato un mini-appartamento presso la struttura dell’Hotel Adagio Access Bordeaux Rodesse all’1 Bis di Rue Jean Renaud Dandicole. L’appartamento, situato a pochi minuti a piedi dal centro città, era veramente mini, ma molto funzionale e veramente pulito: se gli si deve trovare un difetto direi semplicemente che fosse un po’ caldo nonostante le fresche temperature dei giorni del nostro soggiorno, stranamente dotato di free wifi e non di aria condizionata.
La scelta del mini appartamento ci ha permesso di cenare un paio di volte in stanza pasteggiando con ottimo vino e piatti preparati nel mai prima d’allora utilizzato forno quando eravamo troppo stanchi per trascinarci al ristorante: per soggiorni superiori ai 3-4 giorni può essere un’ottima opzione!
CIBO & VINO
Lou Grill – 62, rue Saint Rémi
La prima sera avevamo veramente molta fame. Siamo arrivati con l’aereo delle 18 a Bordeaux, ci abbiamo messo un po’ a trovare l’albergo perché l’ancora cattiva dimestichezza con il francese e l’intontimento del viaggio ci hanno fatto scendere alla fermata sbagliata: non vedevamo l’ora di sederci a cenare e rilassarci un po’, ma – tanto per dire un’ovvietà – “la fretta è cattiva consigliera”, quantomeno a volte.
Abbiamo girato un po’ prima di capire in che zona del centro si concentrassero un po’ di ristoranti “et similia”, la fame e gli odori provenienti dalle cucine dei vari locali ci instupidivano come cavie da lavoratorio in un labirinto nuovo tutto da scoprire e il formaggio all’uscita. Dopo aver letto 3-4 dei menu esposti la confusione non faceva che peggiorare e non so come abbiamo scelto Lou Grill.
Io ho ordinato il foie gras de canard e un piatto a base di maiale che non ricordo come si chiamasse, un calice di vino e una mousse al cioccolato. Solo dopo il primo sorso di vino ci siam resi conto dell’errore… e che l’errore fosse assolutamente evitabile. Il vino al calice era terribile, non so da quanto tempo fosse aperto, ma il sapore era più simile ad aceto che a qualsiasi altra cosa: è quello che ci ha fatto “veramente” guardare attorno. Pochi avventori, tavoli traballanti e siepi “spelacchiate” all’esterno, il trionfo del cattivo gusto e il deserto all’interno. Presentazione deprimente a parte, solo il foie gras e la carne di maiale non erano male, al resto un bel 4 secco non glielo toglieva nessuno! 🙁
Spesa in 2: 39 euro
Cheminée Royale – 56, rue Saint-Rémi
É qui che ci siamo rifatti veramente il palato dopo la prima brutta esperienza. Ci siamo arrivati una sera dopo aver peregrinato parecchio per ristoranti con la terribile paura di sbagliare. Nonostante fossero passate le 22 [orario di chiusura delle cucine] ci hanno lasciato ordinare a patto che non ci mettessimo più di qualche minuto a scegliere.
Il locale non ha tavoli esterni, ma all’interno l’atmosfera è molto gradevole, sia la temperatura [nonostante l’enorme caminetto che troneggia al centro della sala sempre pronto a grigliare], sia l’arredo.
Abbiamo scelto uno Château La Coudrée-Nodoz del 2009 [il vino si sceglieva “self-service” dalla teca espositiva con tanto di prezzi, un bel modo per schairirsi le idee!] dall’aroma corposo e dal gusto pieno e vellutato.
E, tra le varianti previste dal menu fisso, io ho preferito optare per una saporitissima “salade de gesiers [ventrigli, una parte muscolare dei volatili] confits avec pomme de terre” e una gustosa entrecote, ma chi ha preso le escargts e il “gigot d’agneau a la fleur de thym” mi ha assicurato che fossero ugualmente meravigliose. Buono anche il crème caramel. Una pecca: la tarte maison non si poteva né guardare né mangiare.
Spesa in 2: 45 euro
Le parlement des Graves – 9, rue du Parlement
Altro errore di valutazione. Stavolta il ristorante era deliziosamente arredato, ma il cibo si è rivelato pessimo: le “moules à la crème” erano rachitiche e senza gusto, la zuppa di pesce praticamente un brodino sapido, il “pesce del giorno” un merluzzo bollito rinsecchito.
Degni di nota solo il vino, uno Château Mouresse del 2011, e la torta al cioccolato, ma mi sembra un po’ pochino per rimanere soddisfatti, no?
Spesa in 2: 48 euro
Bar à Vin – 3, Cours du 30 Juillet
Qui ci siam tornati diverse volte: un luogo meraviglioso per occhi e palati. Bar à Vin è una meravigliosa enoteca dove, a prezzi sorprendentemente modici è possibile degustare praticamente qualsiasi tipologia di vino dell’area di Bordeaux accompagnandolo, se si vuole, da assaggi di formaggi e salumi squisiti.
Ho personalmente testato:
- Château Roque-Peyre del 2009 (rosso)
- Château Montaigne del 2010 (rosso)
- Château des Fourgeres “La folie” (rosso) – il mio preferito anche per il nome! 😉
- Château Des Graves du Tich (bianco liquoroso) – praticamente perfetto nel suo gusto tondo e avvolgente
- Assiette de charcuterie con Magret de canard fumé, saucisson noir de Bigorre, Jambon noir de Bigorre, Graton de Bordeaux da gustare con pane ai fichi e ai cereali
- La Bar à Vin con formaggi Saint Nectaire, Cantal, Tomme de Savoie, Viande de Grisons, Rosace Coppa da accompagnare con pane bianco e alle noci e uvetta
Il tutto in una location incredibilmente curata in ogni monimo particolare, dall’arredo moderno e sorprendente grazie alle lampade di design e alle pareti divisorie fatte di acciaio e bottiglie di vino, alle sedute eterogenee che riescono a far sentire comodamente a proprio agio qualsiasi amante del vino. Un’atmosfera pacata e rilassante, un contesto che definirei “charmante”. Se capitate a Bordeaux, DOVETE andarci.
Calici a partire da: 2 euro
Made in France – 9, place Fernand Lafargue
Ottima location per il pranzo, la tranquilla place Fernand Lafargue ospita da 25 anni Made in France, locale specializzato – come ben sottolineato dall’insegna – nella preparazione di insalate e panini espressi che condisce anche con “savoir-faire, fraîcheur, equilibre…”. Le insalate non le ho provate, ma i panini erano fantastici: da provare il sandwich France con “volaille, fromage, crudités et maionese au trois poivre”, praticamente una bomba date anche le dimensioni!
P.S. Non fatevi ingannare dal Croque Monsieur, non è quel che vi aspettate, ma un semplice toast. Buono, eh, ma un toast!
Panini a partire da: 3 euro
Crêperie Reno – 34, rue Parlement Saint-Pierre
Secondo voi potevo passare una settimana in Francia e non mangiarmi neppure una crêpe e una galette [il vero nome delle crêpe salate]? Ovviamente no. La Crêperie Reno ci è parsa essere molto frequentata, la cameriera è stata simpaticissima e, pur non parlando inglese, ci ha spiegato in cosa consistessero alcuni ingredienti facendoci dei divertenti disegnini su una tovaglietta di carta: disponibile e molto, molto cortese. Sia la galette “jambon fromage”, sia la crêpe “miel amandes” eravo veramente ottime, soprattutto accompagnate da mezzo litro di cidre brut!
Spesa in 2: 24,60 euro
Wok to Walk – 266, rue Sainte Catherine
E quando vi stufate di mangiar francese, o magari semplicemente avete un po’ fretta e nessuna voglia del “solito fast-food”, l’aternativa può essere un discreto “wok” di verdure e/o noodles da combinare nel menu in “3 step”, semi-originale trovata della catena. Devo dire che il rapporto qualità/prezzo e ottimo e le materie prime fresche, inoltre la cucina è “a vista”, dunque si può oltretutto godere dello spettacolo unico dei velocissimi cuochi al lavoro. Da provare!
“Wok” a partire da 4,90 euro
La fiera della domenica sulla Garonna
Per la domenica avevamo in programma una lunghissima camminata sugli argini della Garonna, un lungofiume “attrezzato” di panchine, zone relax, giochi per bimbi e soprattutto molto panoramico. Più o meno a metà della scarpinata abbiamo scopeto che la domenica proprio lì si tiene una splendida fiera che prevedere numerose bancarelle per lo più di generi alimentari sia “nature” che cucinati all’istante. Come evitare di mangiare lì? Impossibile: spiedini di pesce alla griglia, patate arrosto e patate agli odori, “fougasse” alle verdure [che nella foto è già sparita 😀 ] e un buon bicchiere di vino rosé. Un pranzo da re.
La settimana a Bordeaux è stata una vera esperienza di gusto, ma non solo.
Mi son riempita gli occhi, oltre che di calici e pietanze, anche di moltissima arte: leggete i prossimi post per scoprire cosa, ne vale la pena! 😉
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