Pupille & Papille – A cena da “Ditta Trinchetti”
Di recente ho fatto una nuova esperienza di gusto, stavolta senza neanche andare molto lontano. Mi è bastato raggiungere Trastevere – a mio avviso uno dei più bei quartieri del centro di Roma – e prendere via della Lungaretta sino ad arrivare al civico 76: è lì che ha sede “Ditta Trinchetti”, un’osteria che non è solo un’osteria.
Dalla strada Ditta Trinchetti si presenta come un mix tra una salumeria e un’osteria, ovvero come quelle che a Roma vengon chiamate “fraschette” [tipici locali di Frascati]: qualche tavolino all’esterno e, proprio ai lati dell’entrata, un lungo bancone stracolmo di salumi e formaggi e una fornita fila di scaffali con bibite e prodotti di diverso tipo. Superato lo spazio dedicato alla salumeria – un po’ angusto per la verità, ma simpaticamente decorato e molto ben illuminato – si arriva nell’area dedicata alle consumazioni. Tale zona si presenta suddivisa in due sale abbastanza grandi in cui sono stati sistemati bellissimi “tavolacci” di legno, uno differente dall’altro, adatti a ospitare i commensali dell’osteria, ma anche chi semplicemente vuol fermarsi per un caffè o un aperitivo.
L’arredo e le decorazioni son tutte ispirate all’arte povera, i materiali e il mobilio evidentemente frutto di un accurato lavoro di recupero e restauro. L’atmosfera è calda, accogliente, amichevole e informale, ma comunque riesce a trasmettere una sua eleganza, un senso di allegra compostezza, di creatività.
Lo stile del locale è del tutto in linea con il suo menu dai piatti veraci, ispirati alla tradizione culinaria di diverse regioni italiane, attenti alla qualità e alla provenienza di ogni alimento, ma mai privi di un tocco di “misurata follia”, di sperimentazione volta all’innovazione del gusto per permettere anche ai palati sofisticati di mantenere un ricordo di tale esperienza.
Io ho avuto modo di testare diverse pietanze:
- Pecorino grigliato con alici e fichi > consigliato tra i piatti del giorno, ha attratto la mia attenzione – nonostante non sia particolarmente amante dei formaggi di pecora o capra – per l’accostamento assolutamente originale di ingredienti e la curiosità di provarlo era talmente tanta che non ne esiste documento fotografico seppur fosse anche esteticamente invitante. Al palato una vera scoperta di sapori stimolanti in armonioso contrasto.
- Bruschetta funghi e tartufo > buona, ma rispetto agli altri piatti che ho assaggiato le mancava quel tocco di stupore che direi fosse la nota caratterizzante del locale
- Carpaccio di baccalà su letto di rucola > per me non è stata un’esperienza “diretta” a causa della mia avversione nei confronti del gusto del baccalà, ma oltre ad ammirarne la presentazione colorata e invitante, ho notato che il “degustatore attivo” – elemento dal palato alquanto esigente – non la smetteva di suggerirmene l’assaggio emettendo “m” prolungate ad occhi chiusi. Da ciò mi permetto di dedurre con certezza quasi scientifica che fosse molto buono.
- Scamorza grigliata con radicchio, tartufo e prosciutto > un trionfo per occhi e palato, quattro sapori che potevano annullarsi con facilità l’un l’altro e che invece si facevan nettamente riconoscere uno dopo l’altro da ogni papilla con cui venissero a contatto. Piatto complesso e strutturato quanto di semplice composizione, veramente ottimo.
- Tiramisù alle fragole con purea e menta > un dessert, nonostante la presenza massiccia del mascarpone, delicato quanto delizioso. Un cuore di soffice pan di spagna, una crema di mascarpone sorprendentemente vellutata, gustose fragole il cui sapore veniva esaltato dalla purea e dalla menta: un dolce praticamente perfetto.
Una cena che, anche se volessi, mi sarebbe difficile dimenticare, oltretutto “innaffiata” da un calice di Viogner Soente e uno di Syrah Tellus entrambi della cantina Falesco, vini assolutamente da provare! Se passate/siete a Roma e vi capita di fare un giro a Trastevere, non perdete l’occasione di rilassarvi davanti a un buon piatto. 😉
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