Regalarsi un viaggio a Nizza
Per il mio compleanno mi sono regalata un week-end lungo a Nizza, quasi 5 giorni di vita da turista tra arte contemporanea e piatti tipici. Per me non c’è nulla di meglio per rigenerarsi che morire di fatica percorrendo kilometri in città sconosciute, sforzandosi di riesumare conoscenze linguistiche sepolte nella memoria e riempendosi gli occhi [e la pancia! ;P ] di cose nuove.
Ho compiuto 34 anni lo scorso 26 Marzo [in onore del mio compleanno ho scritto il post sul pennone BIC a 4 colori, ricordate? 🙂 ] e, oltre che per coltivare la mia passione per i viaggi, per mostrare 10 anni di meno anziché 1 di più ho deciso di regalarmi una bella vacanza da turista 2.0. Non avendo del tutto placato il mio “bisogno di Francia” con il precedente viaggio a Bordeaux [seppur veramente soddisfatta da quella esperienza, come avrete notato dal proliferare di post a riguardo], la meta prescelta è stata Nizza anche perché risultava assolutamente votata all’arte contemporanea [basta guardare la struttura dedicata alla biblioteca, è quella con il collo che vedete nella GALLERIA FOTOGRAFICA che ho aggiunto alla fine del post].
Nizza è una città incantevole. Quando non piove [i primi due giorni il meteo non ci ha sorriso!], passeggiare per le stradine della Vieux Ville o sul lungomare, come star seduti sui ciottoli della spiaggia a guardar le onde, dona un’impagabile sensazione di relax, del tipo per cui ti senti allegro – complice anche il vento che soffia quasi incessantemente, ma senza essere fastidioso – e ti vien voglia di correre.
QUESTIONI LOGISTICHE: VOLO, ALLOGGIO E PUNTI RISTORO
Stavolta ho tradito Ryanair in favore di EasyJet e, in generale, non me ne sono pentita. Mi sembra che Ryanair attualmente abbia aumentato il costo dei suoi voli, tanto che per nessuna meta era competitiva nei confronti dell’altra compagnia. EasyJet, inoltre, assegna automaticamente i posti a sedere evitando che si possano verificare le classiche “corse a chi arriva prima”, non dà limitazioni relative al peso del bagaglio a mano ma solo sulle sue misure [peraltro di qualche centimetro più generose della concorrente] e ha spesso imbarchi collegati agli aeroporti tramite il “finger” [quella specie di “tubo” che collega direttamente aereo e aeroporto senza dover salire sulla navetta]. L’unica noia del volo è stata al ritorno quando, per motivi poco chiari, il mio bagaglio è finito in stiva nonostante ci fosse posto nelle cappelliere e rispettasse tutte le norme di imbarco dettate dalla compagnia: tale “dettaglio”, tra una cosa e un’altra, ha ritardato il mio rientro a casa di quasi due ore. Ma vabbè!
A Nizza ho alloggiato – come già a Bordeaux – presso il residence Adagio Access Nice Acropolis, che si trovava al 42 di Boulevard Risso, proprio vicino all’Acropolis Expositions, sempre a due passi dal centro e vicino a qualsiasi cosa possa interessare un turista. L’Adagio Access è una catena che offre mini quanto confortevoli [e puliti] appartamenti dotati di wi-fi gratuito e angolo cottura [una salvezza quando piove tutto il giorno e se ne ha abbastanza di stare in giro! 😉 ]. Consigliato, ancora una volta!
Per rifocillarsi ho provato diversi posti, ma quelli che mi sento di consigliare sono i seguenti:
- Ronde des Pains [1, rue Gioffredo] un forno delizioso – in tutti i sensi – dove è possibile acquistare qualsiasi tipologia di pane, brioche, biscotti e torte. Ho speso qui 10 euro in media al giorno, ma non perché fosse caro, piuttosto perché l’indecisione mi suggeriva di portar via tutto e scegliere poi! Viene da lì il mega-pasticcino che mi ha fatto da torta di compleanno.
- Pâtisserie Lac [indirizzi vari] una boutique di golosità, per assaggiare più cose possibili consiglio di prendere le porzioni da degustazione come quelle che vedete poggiata sulla mia mano nella foto. Indimenticabili! 😉
- Lou Balico [20/22, avenue Saint-Jean-Baptiste] ristorante di cucina tipica nizzarda: non potete perdervi l’assiette niçoise – che fa da antipasto misto – ma vi consiglio di dividerlo con qualcuno altrimenti non riuscirete a mangiare più nulla. Ottime anche le verdure ripiene, di cui ora purtroppo mi sfugge il nome in francese.
IL SISTEMA MUSEALE NIZZARDO: RIFLESSIONI
Innanzitutto è importante premettere una cosa: a Nizza TUTTI i musei sono GRATUITI eccetto il Musée National Marc Chagall. Lo staff dei musei ci tiene a dare questa che, già dalla loro espressione, è una meravigliosa notizia per qualsiasi turista: loro stessi ne sembrano particolarmente entusiasti, ci tengono a specificare che è così da 5 anni… e questo mi fa riflettere – come spesso accade quando sono all’estero – sulla mia amata Italia.
Nizza non è una metropoli, è una città non molto grande e non particolarmente densa di attrazioni turistiche, eppure – tranne un caso, come poi vi troverete a leggere – nei musei c’era sempre un discreto numero di visitatori nonostante fosse una qualunque fine di Marzo in giornate prive di ricorrenze e festività. Le mie elucubrazioni riguardo l’entusiasmo relativo alla gratuità degli ingressi ai musei mostrato dallo staff mi portano a pensare che presumibilmente non ci fosse moltissimo turismo a Nizza e che sino a 5 anni fa i luoghi deputati a mostre e cultura in genere non fossero particolarmente frequentati neppure dai Nizzardi, mentre ora la situazione pare cambiata e credo che all’economia generale della città tale strategia abbia giovato parecchio.
Che succederebbe se provassimo anche qui a fare un’operazione del genere? Io credo che i musei manterrebbero più o meno gli stessi introiti, ma che questi verrebbero generati da entrate diverse, quali – ad esempio – la vendita di souvenir, gadgettistica e pubblicazioni varie negli shop interni alle strutture espositive, ovvero semplici donazioni. Ritengo che le persone andrebbero molto più spesso in visita ai musei: magari si potrebbe offrire gratuitamente l’accesso all’esposizione permanente e far pagare solo le mostre temporanee o itineranti, ma a mio avviso il sistema non potrebbe che trarne beneficio. D’altra parte io stessa, nonostante sia appassionata di arte contemporanea, vado meno spesso in giro in assetto da turista a Roma ora che hanno aumentato di almeno il 30% i biglietti d’ingresso!
COSA HO VISTO: MOSTRE E MUSEI DI ARTE CONTEMPORANEA
MAMAC > Appena arrivata a Nizza mi sono catapultata all’interno del Museo d’Arte Moderna e d’Arte Contemporanea a cui è dedicata quasi interamente una grande struttura che già all’esterno espone alcune strutture. Lì mi sono letteralmente innamorata delle opere di Arman [artista a metà tra un cubista e un dadaista, specializzato nella vivisezione di strumenti musicali], Ben [ironico post-dadaista la cui arte utilizza moltissimo ironia e copywriting] e Christo [progettista di packaging per panorama ed esseri umani], oltre ad apprezzare le opere di Andy Wharol, Niki de Saint Phalle, Yves Klein e molti altri.
Theatre del la photographie et de l’image Charles Negre > Qui, innanzitutto, è possibile vedere vecchie foto della Nizza di inizio ‘900 che, con la loro atmosfera ovviamente vintage, permettono di comprendere le radici della poesia e dell’atmosfera di cui la città può godere ancora oggi. L’esposizione prevedeva: alcune meravigliose opere di Byung-Hun Min in cui i soggetti – per lo più nudi di donna – sfumavano letteralmente nel contesto in cui erano inseriti, perdendo i propri contorni ma – contemporaneamente – mostrando la propria essenza; alcune fotografie di Patrick Swirc che ritraevano importanti volti dello star system hollywoodiano in un bvianco e nero che definirei “color tempesta”, dato il nugolo di emozioni che riuscivano a smuovere; una serie di ritratti madre-figlia di Marion Gronier, scatti inquietanti effettuati durante un concorso di bellezza per mini-miss in cui appare evidente la capacità delle madri di riflettere sulle figlie le proprie aspirazioni fino a schiacciarne la personalità.
Musée Matisse, Musée national Marc Chagall, Musée international d’art naïf Anatole Jakovsky > Trittico di strutture espositive dedicate a un solo artista: la prima raccoglie un buon numero di pitture e sculture di Matisse delle meno “famose” e i lavori del suo “entourage di bottega” fornendo un’esperienza appagante, seppur non esaltante; il secondo, unico museo di Nizza per il quale è necessario pagare l’entrata, è stato per me molto deludente, sia per le ridottissime dimensioni [soprattutto se commisurate agli 8,50 euro del biglietto], sia per il carattere monotematico delle opere di Chagall, tutte ispirate al “Cantico dei Cantici”; il terzo – esclusa l’atmosfera in stile “Shining” che regnava all’interno e che mi ha fatto istintivamente accorciare la durata della visita – collezionava molteplici pitture e sculture di Jakovsky mettendo in luce il suo interesse per i paesaggi, le persone, gli animali e le dinamiche sociali che, pur essendo rappresentati in modo stilizzato e con colori sgargianti, sono alquanto inquietanti, soprattutto le statue antropomorfe con i loro due metri di altezza media e l’espressione tra l’esterrefatto e il terrorizzato.
Musée des beux arts, Villa Massena, Palais Lascaris > Tre palazzi dalle esposizioni imperdibili: il primo possiede diverse opere a mio avviso notevoli, ma quella che ho apprezzato di più è stata l’enorme statua di Auguste Rodin dal titolo “Le Baiser” che mi ha letteralmente rapita; il secondo lascia abbagliati per la sua elegante struttura – in particolare per il meraviglioso “patio verandato” che costituisce in parte il salone – a cui è da aggiungersi la bellissima collezione di mobilio d’epoca; il terzo un po’ angusto, ma caratterizzato dai bellissimi arredi e dalla collezione di strumenti musicali d’epoca, alcuni probabilmente molto rari.
Espace Soardi, Galerie Ferrero, rue Droite e quai des Etas-Unis > Nizza è una città stracolma di gallerie d’arte. Alcune coincidono con botteghe d’artista che nascondono in piena vista lo spazio creativo e laboratoriale di chi vi espone; altre son luoghi meramente dedicati all’esibizione delle opere, quando provenienti da un unico estro, quando raccogliendo le risultanze di creatività differenti. Luoghi per guardare l’arte che si può comprare: in Rue Droite ogni vetrina è una galleria [io ho acquistato un’opera di Dury], il lungomare [la parte denominata quai des Etas-Unis] presenta due spazi abbastanza grandi – Galerie de Ponchette [al momento chiusa per lavori] e Galerie A. – dove si organizzano esposizioni di artisti contemporanei quotati sul mercato, ma le mie preferite sono Espace Soardi [9, avenue Désambrois – aveva in esposizione le bellissime fotografie di Albert Watson] e Galerie Ferrero [2, rue du Congrès – avrei comprato tutto: aveva le opere di Ben e di Arman!].
Che nostalgia! Quando si riparte? 🙂 Intanto mi riguardo le foto. 😉
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