Gesù e i saldi di fine stagione di Bruno Ballardini [libro]
Di recente ho terminato la lettura di “Gesù e i saldi di fine stagione – Perché la Chiesa non vende più”, un’analisi di branding e marketing romanzata, scritta magistralmente da Bruno Ballardini riguardo una tra le marche più longeve della storia: la Chiesa cattolica.
L’aspetto del libro che mi ha colpito di più è stato – come spesso mi accade – il punto di vista, soprattutto in relazione a un argomento così complesso da trattare come la religione, specie se si tratta – in Italia – di quella cattolica: Ballardini scrive di marketing, di strategie di marca, di mercato, di competitor interni ed esterni… e riesce a farlo senza apparire mai blasfemo, tenendo conto della delicatezza dell’argomento e delle sensibilità a esso collegate.
Sicuramente “Gesù e i saldi di fine stagione”, per un cattolico praticante, non è un libro semplice da digerire poiché necessità di una predisposizione mentale talmente aperta da poter ascoltare, immaginare e accogliere un punto di vista basato sull’applicazione estremizzata della figura retorica della metafora, senza che questo faccia scattare meccanismi inconsci di difesa dovuti alla relazione intimamente emotiva che inevitabilmente è legata a ogni concezione religiosa, poiché spirituale.
Se, però, ci si pone di fronte alla pubblicazione con la volontà di comprendere il nuovo punto di vista, il libro di Ballardini può essere una grande fonte di spunti di riflessione e piccole scoperte. L’autore, mostrando al lettore una differente prospettiva sulla Chiesa, lo fa riflettere sulla molteplicità dei punti di vista che è possibile abbracciare e di come – in base a quello che si sceglie – “le cose” possano variare nella loro interpretazione e significato; portando a termine una vera e propria “ricerca di mercato” sulle religioni, mette in evidenza quanto sia impossibile non considerare la comunicazione, il marketing e il branding come elementi imprescindibili di ogni dinamica sociale; raccontando la propria esperienza, dimostra che lo storytelling può rendere piacevole anche la lettura di un piano strategico.
In sintesi, ho apprezzato molto il libro – sia come case history che come romanzo – e ne consiglio la lettura, soprattutto a chi ha a che fare professionalmente con le marche poiché, oltre a una piacevole lettura, avrà la possibilità di “gustarsi” anche l’applicazione di teorie e pratiche di marketing su un brand che non può che essere affascinante, dato il suo successo nei secoli. 😉
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