Firenze - nuovo marchio

Firenze ha un nuovo marchio… forse

La scorsa settimana è stato decretato il vincitore del concorso per la definizione del nuovo marchio di Firenze che non ha mancato di suscitare polemiche e che “non fa impazzire” neppure il vice-sindaco Dario Nardella. Nonostante tale marchio sia sicuramente migliore di quello di Roma, pare non sia sicuro il suo futuro utilizzo per identificare il brand della nota città… io sinceramente lo spero!

PREMESSE
Innanzitutto devo premettere che i concorsi per arrivare a definire un qualcosa di così importante come un marchio mi lasciano sempre un po’ basita: un marchio ha necessità di essere la sintesi visiva dell’universo valoriale di un brand [la marca, infatti non corrisponde solo a questo elemento, ma alle percezioni che derivano da tutti gli strumenti comunicativi di un soggetto, dalla sua storia, dalle sue caratteristiche produttive e valoriali, dal rapporto con il proprio contesto…].

Tale sintesi ritengo che non si possa ottenere senza portare precedentemente a termine un’accurata analisi del soggetto che il marchio dovrà rappresentare, del suo mercato o contesto di riferimento, degli obiettivi che si propone di raggiungere nel tempo, della sua vision e dei valori che si propone di incarnare, nonché delle possibili situazioni di utilizzo e declinazioni del marchio stesso.

Dubito fortemente che questo lavoro sia portato a compimento da chi mette a punto un marchio per un concorso: si tratta di un lavoro lungo, che comporta un gran dispendio di energie e di tempo e che senza la certezza di una retribuzione sarebbe arduo da sostenere.

IL MARCHIO DI FIRENZE

Il marchio vincitore del concorso è composto dalla parola “FIRENZE” scritta in cinque lingue, le prime quattro compongono le altrettante righe di testo del logotipo, la quinta – l’italiano – viene resa visibile evidenziando “in grassetto” due lettere per ogni riga di testo. Il tutto può essere inserito in un quadrato e può presentarsi in rosso su fondo bianco o viceversa, oltre che nelle versioni in bianco e nero.

Firenze - nuovo marchio

Se da un lato è quantomeno encomiabile – dato quanto successo a Roma – che tecnicamente al marchio di Firenze si possa far riferimento chiamandolo “marchio”  poiché sicuramente vettoriale [dunque non una sorta di illustrazione quasi irriproducibile], dall’altra parte non si può non notarequalcuno lo ha già fattoche lo stesso somigli terribilmente a quello della città di Praga.

E qualora tale elemento non apparisse abbastanza grave, a questo si deve aggiungere che la connessione con il brand fiorentino pare essere veramente blanda: personalmente non riesco a comprendere in quali elementi dovremmo ritrovare i valori storici della città, in quali l’appartenenza a un certo territorio, in quali – ancora – l’atmosfera elegante e un po’ snob che si respira in città, le sue meraviglie architettoniche e culinarie, la sua duplice identità in parte nobile in parte commerciale e popolare… Quale universo valoriale sintetizza il simbolo vincitore del concorso? E il colore rosso secondo quali criteri è stato individuato?

In ultimo mi chiederei che tipo di applicazioni sono state prese in considerazione per il posizionamento del marchio di Firenze soprattutto se – come affermato da Sara Biagiotti, assessore al turismo – tale elemento non darebbe a sostituire il giglio [che allora mi chiedo perché NON evitare dispersioni identitarie], ma utilizzato “fini di marketing, promozione, cultura”. Per esempio andrebbe capito come potrà essere leggibile se riprodotto su penne e matite, come potrà essere applicato a piccole dimensioni sugli artefatti in cuoio e pelle tanto amati dai turisti che visitano la città dati i “grassetti”, in sintesi se e quali studi si sono effettuati rispetto a dimensioni e materiali sui quali andrebbe declinato.

IN CONCLUSIONE

Non è che non mi piaccia il simbolo proposte come marchio di Firenze, è che non riesco a trovare il punto di vista attraverso il quale possa divenire rappresentativo della brand identity della città, né come possa essere funzionale alle applicazioni per le quali è possibile prevedere il suo utilizzo. Voi che ne pensate?

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4 commenti
  1. ale
    ale dice:

    Ciao Domenico, grazie per aver condiviso qui il tuo punto di vista e la vostra proposta di marchio, sicuramente molto elegante, di classe e dalla spiccata personalità. Mi resta, però, qualche dubbio sulla riproducibilità a piccole dimensioni o nel caso dovesse essere applicato come icona app, oltre al fatto che continuo a non capire cos’abbia il giglio che non possa renderlo utilizzabile anche per le attività di marketing. Mille grazie ancora e buona giornata a te 🙂

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  1. […] Creativa, studio grafico specializzato in marchi e coordinati, per acquisire visibilità e comunicare il core business della propria attività ha […]

  2. D ha detto:

    […] brand un vantaggio competitivo, ogni marchio una diversa espressione valoriale. E per chi  – come me – ritorna da un viaggio qualche […]

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