Formazione partecipativa alla Trent University
Trent University ha lanciato qualche tempo fa una nuova campagna pubblicitaria multisoggetto per dare visibilità ai propri corsi. Il focus? Sfidare la mentalità acquisita e condivisa dai più producendo innovazione e – allo stesso tempo – ridefinendo i metodi didattici e di approccio all’apprendimento.
Trent University si propone ai suoi potenziali iscritti come un istituto formativo improntato al “learn by doing” [trad. ita. “imparare facendo”], alla condivisione di esperienze e di pensiero, alla didattica basata sul dialogo e lo scambio di opinioni, alla creatività e al pensiero laterale.
I valori che il brand universitario si propone di incarnare vengono ottimamente espressi attraverso la sua ultima campagna pubblicitaria composta da quattro soggetti con visual e bodycopy distinta, ma accomunati dallo stile grafico e dal claim “Challenge the way you think” la cui traduzione in lingua italiana a mio avviso potrebbe essere duplice: da una parte “Sfida il tuo modo di pensare”, ovvero “mettiti alla prova” nella costrizione di nuove idee; così come anche “Sfidare il modo di pensare comune”, ovvero “trova punti di vista alternativi di riflettere sulle cose, evitando di rimanere assoggettato alla mentalità basata su luoghi comuni”, in altre parole “pensa laterale”.
Due dei soggetti pubblicitari si focalizzano in particolari modo sul rapporto con le tecnologie, ricordando ai potenziali studenti che possiedono un fantastico strumento di conoscenza: il proprio cervello, più perforante di qualsiasi app e di qualsiasi motore di ricerca.
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Gli altri due soggetti mettono in evidenza, invece, il rapporto docente/discente promosso dalla scuola, una relazione fatta – appunto – di condivisione, di dialogo, di partecipazione nella ricerca, di insegnamenti basati sull’approccio creativo alle cose.
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Se la lungimiranza e il mood accogliente dei messaggi non bastasse, Trent University li propone utilizzando fantastiche illustrazioni. Dato l’impatto visivo e l’espressione metaforica delle grafiche, direi che nulla abbiano da invidiare ad alcune opere di arte contemporanea, quasi un ritorno all’approccio pubblicitario dei primi del Novecento ove i visual erano opera di grandi avanguardisti, non trovate?
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