San Francisco: città e dintorni – 1 di 6
Come vi avevo accennato qui e lì, ho trascorso di recente qualche giorno a San Francisco e ora ho veramente milioni di cose da raccontarvi. Ho in programma di scrivere 6 post sul tema, focalizzando su vari aspetti del mio viaggio e pubblicandoli il mercoledì e il venerdì per le prossime 3 settimane. Questo in modo da tenerne memoria, ma soprattutto per condividere questa bellissima esperienza composta da un mix di vacanza e lavoro.
Il mio viaggio a San Francisco è stato differente da quelli protagonisti dei reportage che ho scritto sinora, non solo perché stavolta ho superato i confini dell’Europa, ho avuto la possibilità di vivere la città da vari punti di vista: alla mia abituale prospettiva “da turista” focalizzata sui cosiddetti “luoghi d’interesse”, si è aggiunta quella professionale e culturale grazie al fatto di essere ospite di Gabriella Sannino [in arte @SEOcopy, a cui sono infinitamente grata] che mi ha reso partecipe della sua vita e della sua attività lavorativa di quei giorni.
SAN FRANCISCO VIA TWITTER
Cosa c’entra Twitter con San Francisco? Oltre al fatto che il noto social network è nato proprio lì, senza di lui sicuramente questo viaggio sarebbe stato di gran lunga differente. Ho conosciuto Gabriella su Twitter, ci siano “parlate” attraverso i social per anni prima di incontrarci a Roma – la mia città – un paio di volte e prima che decidessimo di trascorrere del tempo insieme nella sua città.
Twitter è uno strumento di networking che può essere utilizzato in tanti modi, ma è uno dei primi concepito con l’obiettivo di connettere ogni utente con soggetti che non fanno già parte della propria community reale. Twitter è sempre stato il mio “social” preferito proprio perché basato sul concetto di esplorazione di nuove conoscenze [in termini di persone, così come in termini di concetti]. È attraverso Twitter che ho avuto modo – nel tempo – di ampliare la mia rete relazionale e di tradurre molti dei rapporti professionali e amicali appartenenti al mondo virtuale, in relazioni reali che prevedono condivisione di momenti e idee anche al di là dei social network, proprio come è capitato con Gabriella [@SEOcopy], persona meravigliosa e professionista di altissimo livello.
SAN FRANCISCO BY CAR: QUARTIERI, PARCHI E PANORAMA
Gabriella ha organizzato per me tantissime attività durante la mia settimana di permanenza, dimostrandosi non solo una perfetta ospite, ma anche una fantastica guida della città. Appena arrivata mi ha portato a fare un lungo giro in macchina della città, mostrandomi praticamente tutti i quartieri della città, ognuno con il proprio bellissimo parco:
- Haight Ashbury e le sue casette in stile vittoriano
- Castro e le strisce pedonali color arcobaleno
- North Beach, il quartiere italiano, che a me è sembrato quello con le salite più ripide in assoluto
- China Town e i suoi tetti in stile pagoda
- Mission e le sue vie rese allegre da bellissimi graffiti [di cui parlerò in un altro post]
- Soma, tempio dell’arte contemporanea [idem]
- Financial District e i suoi grattacieli
- Embarcadero, Fishermans Wharf e Marina con la loro vista sul mare indimenticabile e… le foche!
- e molti, molti, molti altri luoghi
Interessante anche girovagare in auto lungo la costa, fermandosi di quando in quando per ammirare il panorama o addentrandosi nell’entroterra per esplorare piccole cittadine e passeggiare all’interno degli enormi parchi che sembrano essere un po’ ovunque, dentro e fuori la città. Il verde è un elemento che colpisce per la cura con cui è organizzato, oltre che per la sua onnipresenza e dà vita a immagini che sembrano create da fantasiosi modellatori 3D, nonostante siano assolutamente reali.
RIFLESSIONI SU SAN FRANCISCO
San Francisco è una città bellissima.
Clima costantemente mite [nonostante tra giorno e notte vi sia una sensibile escursione termica], crogiolo di stili architettonici come di persone dalle più disparate provenienze e culture, a quanto pare è una delle città più “europee” degli Stati Uniti in fatto di colori e atmosfera e in ogni caso mi è parso avesse un “non-so-.che” di familiare.
L’idea che ha dato a me è quella di uno strabiliante set cinematografico in cui ogni elemento della scenografia è abilmente studiato per farti mancare il fiato: dalle strade ripide come non sembrerebbe possibile all’ordinato susseguirsi di aree verdi, residenziali e commerciali.
A San Francisco la tradizione fa parte dello stile della città, il ché la rende una metropoli molto “vintage”, dunque calorosa e accogliente, meno scioccante e disarmante di New York, ma assolutamente non meno up-to-date [sarà anche per la presenza della Silicon Valley che rimane ogni istante percepibile anche in centro].
La cosa più bella di San Francisco rimangono in ogni caso le persone, sia quelle che ho avuto modo di conoscere, sia quelle che mi è capitato semplicemente di incrociare per strada o nei negozi: sorridenti, accoglienti, profondamente cortesi e dalla spiccata “umanità”, rendono la città un luogo in cui si passeggia sempre a proprio agio, rilassati, contenti… e un po’ folli [sarà per questo che Steve Jobs ci si sentiva a casa?].
FOLLIE DI CUI SONO STATA TESTIMONE
Solo per citarne quattro in ordine di risate:
- una pattumiera con sensore di movimento
- un uomo che fa ginnastica con una sorta di step-vogatore in strada
- gente che fa la fila per fotografare la strada più tortuosa di San Francisco, Crookedest Street
- la postazione dei lustrascarpe… una sorta di follia dal passato
SAN FRANCISCO GALLERY 1
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[…] contemporanea – una delle mie passioni – anche durante il mio viaggio a San Francisco. Bella la città, divertente il tour in cable car, emozionante Alcatraz, mozzafiato il Golden Gate Bridge, ma su di […]
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