San Francisco - de Young Museum - Claes Oldenburg - Corridor Pin © Alessandra Colucci

San Francisco e l’arte contemporanea – 5 di 6

Non ho potuto fare a meno di riempirmi gli occhi di arte contemporanea – una delle mie passioni – anche durante il mio viaggio a San Francisco. Bella la città, divertente il tour in cable car, emozionante Alcatraz, mozzafiato il Golden Gate Bridge, ma su di me l’immersione tra le opere di arte contemporanea ha un fascino praticamente dopante, che si scatena tra le sinapsi del mio cervello dandogli un’energia inarrestabile!

Nonostante il MOMA di San Francisco fosse chiuso per i lavori di ampliamento che dureranno sino a un non meglio specificato periodo del 2016, sono riuscita in ogni caso a sopperire tale mancanza grazie alle numerose gallerie d’arte in Geary Street, alla street art nel quartiere della Mission, all’esposizione attiva allo Yerba Buena Center, alle mostre organizzate dall’Academy of Arts e, soprattutto, grazie al de Young Museum.

Meraviglioso notare come il SFMOMA, abbia comunque pensato di avvisare tutti i fan dell’arte contemporanea in visita alla città con un bel cartello che riportava la mappa del “vicinato”, luogo bellissimo anche solo per rilassarsi e stracolmo di musei interessanti. Peccato solo che di lunedì, giorno in cui avevo pianificato la scorpacciata museale, fossero quasi tutti chiusi e che il cambio di pianificazione abbia comportato una mancanza di ottimizzazione dei tempi con relativa impossibilità di visitarli tutti.

MISSION E LA STREET ART

La mia incursione nel mondo dell’arte contemporanea di San Francisco ha avuto inizio con una meravigliosa passeggiata tra le strade della Mission e la scoperta di una parte dei magnifici graffiti presenti nei suoi vicoli. Mille i colori, mille i soggetti rappresentati e le tecniche utilizzate, espressioni sincretiche di visioni soggettive di mondi più o meno reali: quando la street art viene usata a supporto dell’arredo urbano e si allontana così tanto dal concetto di “atto vandalico”, porzioni di città si trasformano in mostre a cielo aperto dense di riflessioni.

LE GALLERIE D’ARTE DI GEARY STREET

Il tour delle gallerie della Geary è stato interessante sia dal punto di vista artistico che sociologico: alcuni dei “punti vendita” d’arte si sono rivelati molto aperti e accoglienti, disponibili a fugare anche la semplice curiosità del visitatore; altri si sono mostrati spocchiosi e hanno poco apprezzato l’incursione curiosa di chi entrava per “dare un’occhiata”. Dai primi ho ricevuto molte informazioni e addirittura diverse email con le immagini delle opere che mi ero soffermata a guardare, mentre dai secondi occhiate poco gentili nonostante il loro staff non potesse avere la certezza di NON trovarsi di fronte a un collezionista… non credo che questo atteggiamento, a lungo andare, possa portare un gran bene ai loro affari!

ACADEMY OF ARTS UNIVERSITY

Essendo docente e coordinatrice dello IED – Istituto Europeo di Design, la mia curiosità nei confronti di questa università era tanta. Ne ho visitato la sede principale e una delle location dedicate alle esposizioni degli studenti e, oltre ad gradire le opere d’arte messe a punto dagli artisti emergenti, ho apprezzato moltissimo l’atmosfera e l’approccio dell’istituto. Grade spazio alla creatività, supportato dall’originalità degli spazi come dalla presenza di partner e sponsor di tantissime tipologie: interessante soprattutto l’uso delle risorse di ampliamento come il merchandising e la raccolta pubblicitaria sull’house organ della scuola per il reperimento di fondi. In sintesi, tanta cura per le strategie di marketing e visibilità sicuramente aiutate dalla chiarezza e reputazione del brand.

YERBA BUENA CENTER

Lo Yerba Buena Center è uno dei centri d’arte contemporanea nell’area del SFMOMA, interessante sia dal punto di vista architettonico e dell’interior design che per alcune delle opere esposte. La sua pecca è quella di essere un po’ piccolo, per i miei gusti: se da un lato questo vuol dire che è adatto a chi non può far a meno di rimpinzarsi di arte, ma ha poco tempo da dedicarvi, dall’altro l’”effetto wow” avrà poca durata e se non ce lo si aspetta – date anche le notevoli dimensioni dell’edificio – può lasciare una qualche nota di insoddisfazione.

de YOUNG MUSEUM

Il de Young Museum è invece molto grande e ampio spazio è lasciato al suo interno proprio all’arte contemporanea. Moltissimi gli artisti esposti, tante le tele interessanti e le scuture intriganti, anche se la curatela del percorso espositivo non è propriamente chiara e non sono riuscita bene a cogliere il fil rouge che si voleva dare al tour delle sale dato che evidentemente l’organizzazione non era basata, né sullo stile né sul periodo storico, né apparentemente su altro… a pensarci potrebbe essere stato piuttosto un percorso in ordine alfabetico, come in libreria: non avrebbe un gran senso, ma proprio per questo, se fosse vero, sarebbe interessante. In ogni caso il luogo d’arte che ho apprezzato di più in assoluto a San Francisco, molto molto stimolante dal punto di vista creativo.

E dopo l’arte contemporanea, venerdì vi aspetta quella culinaria #sapevatelo! 😉

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