Giornale, caffè e conversazioni [direct marketing]
Dopo l’esperimento italiano, Nescafé ha organizzato in Francia un’altra iniziativa che, oltre a promuovere il proprio brand e conferirgli più visibilità, spingesse le persone a condividere un’esperienza facendo conoscenza e iniziando una conversazione. Stravolta il noto brand di caffè solubile, ha coinvolto Metro – la testata free press – in un’interessante azione di direct marketing.
In moltissimi, pendolari e non, al mattina si muniscono volentieri della pubblicazione Metro, in omaggio nei pressi delle principali stazioni ferroviari e della metropolitana. Leggere il giornale, però, è spesso un’attività utilizzata in maniera più o meno premeditata come deterrente per la conversazione con gli altri utenti dei mezzi pubblici. La conseguenza ti tale pratica rischia di trasformare il momento della lettura del quotidiano in qualcosa di sin troppo solitario.
Nescafé, attraverso la propria campagna di direct marketing, ha pensato di fornire quantomeno un aiuto a tutti coloro che leggendo il giornale non intendono evitare le chiacchiere, ma solo la noia. Spinto da tale obiettivo, il brand ha previsto di aggiungere all’edizione mattutina di Metro un inserto contenente due tazze pop-up protagoniste di una grafica allegra e piena di energia che invitasse le persone a condividere il momento e l’omaggio.
L’azione di direct marketing di Nescafé appare molto ben strutturata sia negli obiettivi che nella realizzazione: a chi non piace gustarsi un caffè – seppur solubile – leggendo il giornale e chiacchierando con il vicino di scrivania in ufficio? Soprattutto in un lunedì mattina come questo, mi sembra proprio quello che ci vuole!
Solo un dubbio sulla campagna: dal video sembra che bastasse aggiungere un po’ d’acqua [io direi meglio se bollente] all’interno delle tazze, ma non è chiaro se queste contengano o meno un sample di prodotto, io spererei proprio di sì perché senza non credo avrebbe sortito grandi risultati in termini di conversazioni, nonostante avesse dotato di una tazza usa e getta i lettori di Metro, non credete?
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