Climate change e quotidiano
Perseverare nel considerare la lotta al Climate Change una priorità rimane importantissimo, nonostante la pandemia in corso e le misure intraprese per contrastarla [lockdown in primis] abbiano portato a un generale miglioramento delle condizioni ambientali e una diminuzione dell’inquinamento in molti Paesi.
A gennaio una ricerca della Banca Europea per gli investimenti [BEI] metteva in evidenza come Europei, Cinesi e Nord Americani intendessero contribuire a contrastare i cambiamenti climatici: trasformiamo comunque i buoni propositi in azioni concrete.
La BEI ha intervistato un totale di 30.000 persone provenienti da 28 Paesi dell’Unione Europea, dagli Stati Uniti e dalla Cina in relazione a come intendessero attivamente modificare le proprie abitudini al fine di contribuire rallentare – se non annullare – gli effetti del Climate Change portati dall’inquinamento.
Dallo studio è risultato che l’attenzione nei confronti delle questioni relative ai cambiamenti climatici fosse ovunque molto alta: sia in Europa che in Cina e USA, moltissime persone hanno ammesso che le loro decisioni nel quotidiano sarebbero state influenzate dal problema.
Europei [spesso annoverati tra i leader nella politica sui cambiamenti climatici] e Cinesi [nonostante la Cina sia stata storicamente leader nelle emissioni anidride carbonica] hanno dato simili risposte in merito alla loro volontà di ridurre il consumo di plastica, un’atteggiamento che prevedevano di avere rispettivamente il 93% e il 98% degli intervistati, mentre gli Statunitensi rispondevano affermativamente solo nell’81%.
Positiva sorpresa desta il fatto che siano sempre i Cinesi quelli che sembrano più decisi a aumentare il proprio contributo e acquisire maggiore consapevolezza in materia di Climate Change dato che hanno risposto positivamente in alte percentuali ai quesiti relativi alla diminuzione del riscaldamento nelle case [91% contro il 78% degli Europei e il 75% degli Statunitensi], alla riduzione dei viaggi in aereo in favore di quelli in treno [94% contro il 75% degli Europei e il 69% degli Statunitensi], al boicottaggio delle aziende che contribuiscono al riscaldamento globale [95% contro il 76% degli Europei e il 66% degli Statunitensi], così come rispetto alla volontà di partecipare a iniziative riguardo la protezione ambientale e la riduzione dell’inquinamento atmosferico [79% contro il 56% degli Europei e il 52% degli Statunitensi].
[fonte: Statista]
Una volta che il lockdown e il suo impatto positivo sull’inquinamento sarà completamente superato, sforziamoci di rimanere concentranti – vale per le persone come per i brand – sul modificare il nostro quotidiano in modo da salvaguardare il più possibile l’ambiente in cui viviamo.
Se state pensando di costruire la vostra brand strategy abbracciando un approccio green e volete farlo basandovi su un’accurata analisi di mercato progettata sulle vostre specifiche esigenze, non avete che da contattarmi.
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