Di carne e di nulla - David Foster Wallace [libro]

Di carne e di nulla – David Foster Wallace [libro]

Ho da qualche tempo finito di leggere un altro libro di David Foster Wallace, il mio decimo. Di carne e di nulla è una raccolta, per lo più di critiche letterarie, di saggi brevi e di interviste. E, pur non amando particolarmente il genere, l’ho trovata un’opera avvincente.

Di carne e di nulla - David Foster Wallace [libro]Per chi se lo stesse chiedendo, no, non mi sono ancora stufata di leggere libri scritti da David Foster Wallace, anzi, ogni volta mi pice di più e sinceramente mi spiace parecchio non avere abbastanza tempo libero per fare una seconda e magari una terza lettura di ogni suo scritto: ritengo che sarebbe un’esperienza quasi mistica.

Ho letto Di carne e di nulla prevalentemente in aereo, poco più della metà durante il volo d’andata per San Francisco, il resto su quello di ritorno. Ho fatto fatica in molti punti a non uscirmene con commenti ad alta voce e trattenuto a stento le risate che affioravano spontanee in altri passaggi. Prima di scoprire David Foster Wallace non pensavo ci si potesse divertire a tal punto leggendo un saggio… e questa è solo una delle cose che adoro di questo autore.

Nel libro troverete ben 16 scritti di David e poiché non riesco a decidere quale ho preferito, ve li elenco con un breve commento.

Di nuovo fuoco e fiamme

Illuminante riflessione sul “ruolo sociale” dell’AIDS, impossibile descrivere le contrastanti sensazioni che si provano a leggere questo saggio. Leggerlo è come svegliarsi di soprassalto, consapevole che si è di fronte a una tragedia, ma osservandola da un punto di vista che paradossalmente appare non del tutto negativo. Scioccante quanto strabiliante.

L’importanza (per così dire) seminale di Terminator 2

Analisi puntuale e dettagliata delle evoluzioni della cinematografia hollywoodiana che usa Terminator 2 come espediente per mettere in chiaro alcuni passaggi epocali rispetto al rapporto tra narrazione ed estetica. Ho amato Terminator 2 nonostante le sue assurde imperfezioni, David è chirurgico nell’evidenziarne pregi e difetti e mi ha divertito molto scoprire alcuni dei retroscena legati alla stesura della sceneggiatura.

La natura del divertimento

Meravigliosa definizione e descrizione della genesi di un’opera letteraria dal punto di vista dello scrittore. Foster Wallace parte dalla definizione di DeLillo del libro-in-lavorazione come “bimbetto mostruosamente mutilato”, riflettendo su ogni fase dell’evoluzione dell’opera a partire da un misto di odio e amore sino ad arrivare a comprendere come gestire il divertimento che deriva da tale processo. Impossibile non entrare in empatia con il soggetto della narrazione, impossibile!

Non pervenuti, cinque romanzi americani spaventosamente sottovalutati

David porta all’attenzione del lettore cinque opere letterarie che a suo parere non hanno goduto dell’attenzione che meritavano, motivandone la propria scelta. A me è venuta voglia di leggerli tutti.

La retorica e il melodramma matematico

Altro scritto di critica letteraria, stavolta su un genere specifico. Lucida quanto avvincente l’analisi e la conseguente riflessione sul rapporto tra competenza del lettore [dunque sul target] e verosimiglianza dei contenuti matematici [dunque competenza dello scrittore]. Intrigante, soprattutto per che ama il melodramma matematico o per chi è appassionato di teorie del marketing dei prodotti culturali.

The Best of The Prose Poem

Critica dell’omonima antologia di poesia in prosa. David in questo caso si dimostra maestro del pensiero laterale utilizzandolo per superare in un modo tutto suo i limiti di “lunghezza” del saggio imposti dall’editore. Tale maestria nel concepire una specie di nuovo stile di scrittura basterebbe anche da solo a leggere il saggio tutto d’un fiato. E non è l’unica cosa notevole, comunque.

Notazioni su ventiquattro parole

Utilize, If, Pulchritude, Mucous, Toward, That, Effete, Dialogue, Privilege, Myriad, Dysphasia, Unique, Beg, Critique, Focus, Impossibly, Individual, Fervent, Loan, Feckless, All of, Bland, Noma, Hairy. Questi i termini protagonisti del saggio [probabilmente il mio preferito in questa raccolta]. Ventiquattro vocaboli resi affascinanti, alcuni soprattutto grazie alle abilità scrittorie di David Foster Wallace perché mai avrebbero potuto destare così tanta curiosità [non la mia quantomeno]. Fantastico pezzo per chi ama la linguistica, per chi insegna o sta imparando la lingua inglese, ma anche per chi adora semplicemente riflettere su concetti surreali. Da leggere.

Futuri narrativi e vistosamente giovani

David qui dice [o meglio, scrive] la sua sulle giovani leve della scrittura narrativa, mettendo in luce e sottolineando alcuni importanti assunti anche in relazione alla formazione, ai processi di promozione editoriale e alla “costruzione” del successo di un libro. Dal punto di vista del branding veramente molto istruttivo rispetto ad alcune pratiche del mercato statunitense.

Pan Cogito
Il plenum vuoto: Wittgestein’s Mistress di David Markson
Borges sul lettino

Tre interessanti analisi critiche delle tre opere letterarie in questione. Brevissima la prima quanto approfondite e ricche di spunti le altre due. In ogni caso il punto di vista di David rimane sempre avvincente, lucidamente puntiglioso e accurato, ferocemente appassionato e sincero. Che siano libri che adora o che detesta, David quando scrive ci mette il cuore oltre che la testa, e il lettore con lui.

Decisorizzazione 2007 – un resoconto particolare

Fantasiosa introduzione o prefazione a una delle pubblicazioni di The Best American Essays in cui Foster Wallace si lancia nella vivisezione del proprio metro di giudizio che, come quello di chiunque, appare a lui stesso “tendenzioso”. Veramente d’effetto e molto divertente leggere le elucubrazioni dell’autore e notare come riesca a rendere interessante anche uno scritto che – a suo dire – appare a chiunque inutile da leggere, data la curiosità di arrivare direttamente “al dunque” e divorare le opere incluse nell’antologia. Bizzarro.

Chiedo soltanto

Si tratta per lo più di una serie di domande più o meno provocatorie messe nero su bianco dall’autore. La profusione di quesiti è dovuta al fatto che riguardino il rapporto tra il sogno americano e gli attentati dell’11 settembre. Solo un paio di pagine, ma molto toccante e a suo modo scioccante.

Bookworm 11/4/96
Una cosa divertente che non farò mai più Gus Van Sant incontra David Foster Wallace
Trascrizione dell’intervista a David Foster Wallace di David Wiley

Tre più o meno deliranti interviste di David Foster Wallace. Sono proprio le trascrizioni dei numerosi dialoghi che David ha avuto con giornalisti o altri soggetti a farmi sempre pensare che avrei veramente voluto conoscerlo, veramente. Il suo genio addizionato ai suoi atteggiamenti che io oserei definire dadaisti, dovevano essere un connubio mostruosamente divertente e stimolante.

Ma sto diventando sentimentale: leggete il libro! 🙂

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